cenni biografici
Sono nata ad Arcola (SP) il 25.02.1938. Ho frequentato gli studi medi inferiori e superiori (liceo classico) a La Spezia. L’università (lettere classiche) a Pisa, dove mi sono laureata nel 1961. Ho insegnato lettere nelle scuole medie e, come ordinaria, Latino e Greco nei licei. Sono in pensione già dagli anni ottanta. Mi dedico agli studi e all’attività di scrittrice (poesia e prosa). Abito a Montepulciano. Ho ina figlia.
le pubblicazini
Il diamante. Poesie. Edizioni APE. Terni. 1991.
Il gioco del reale. Poesie. Nuove Seledizioni. Grizzana Morandi (BO). 1994.
Il riso segreto. Poesie. Edizioni APE. Terni. 1995.
Lacrime di gigli. Poesie. Edizione la CO.ME.TE. Ragusa. 1996.
La pace delle bambole. Racconti. Ibiskos Editrice. Empoli. 2002.
Sulla cima del cipresso. Poesie. Editrice DonChisciotte. San Quirico. 2003.
Poesie in "Autori poliziani, oggi. Antologia di prosa, poesia ed arti grafiche". Ediz. Associaz. Cultur. 'Il Borghetto'. Montepulciano. Dic. 1992.
Pagine varie (tra cui il racconto ‘Fede ritrovata’ e la poesia ’10 dicembre 1996’) in "Scrittori e Artisti Poliziani del 1996" a cura di Carlo Lorenzini..
caratteristiche dei miei scritti
“La sua poesia, la poesia di Maria Giovanna, è una poesia
che è investigazione dell'anima; che è un continuo domandarsi e cercare:
nei sogni, nei ricordi, nei sentimenti (l'amore, soprattutto) e nei più
elementari, ma egualmente profondi e misteriosi, stati d'animo; e che la
sua poesia, inoltre, è un sentire la natura e l'uomo come fratelli,
partecipi del medesimo arcano della vita, delle medesime gioie e dolori,
ansie e timori; e che il suo stile, a similitudine degli antichi
classici, di cui la stessa è amorosa cultrice, possiede limpida
chiarezza e nobile semplicità; è uno specchio della sua anima, che è
un'anima senza nubi. E dicevo anche che la sua poesia, come del resto
quella di ogni altro che sia poeta, è figlia dei giorni della sua vita, e
specialmente dei giorni della sua infanzia e della sua adolescenza. Cioè
di un modo stupito, casto, innocente, che è quanto dire poetico, di
vedere la vita. La sua poesia nasce da uno stato d'animo da 'pace delle
bambole'. Maria Giovanna è poetessa per quel modo infantile di vedere le
cose, di contemplarle e di amarle, che, appreso miracolosamente da
bambina, dono degli Dèi?, è perdurato miracolosamente nel suo cuore.
Ma, pur guardando la realtà con gli occhi del ‘fanciullino’ (ma è un
fanciullino femmina), Maria Giovanna non è una scrittrice sentimentale,
nel senso romantico decadente della parola. Non c'è nulla, nella sua poesia
e nella sua prosa, del languore tipico di tanta letteratura del Novecento.
Essendo essa, piuttosto, una scrittrice classica, per il tipo di occhi con cui
guarda la realtà. Il suo cuore è appassionato, la sua fantasia fervida e sognante.
Ma il suo occhio è
fermo e implacabile. E la sua prosa, scabra e disadorna, tutta cose e
nessun abbellimento, nessun abbandono; è una prosa d'un classicismo di
certi Commentari e di certi Annali che tutti conosciamo; è una prosa
limpida e impietosa, ma suggestivissima e poeticissima. Perché nasce dal
cuore che conosce il dolore della vita e ne è partecipe”.
(Carlo Lorenzini):
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